Cos’è il Gas Radon

Il Radon (Rn) è un gas naturale radioattivo, insapore, incolore e inodore, proveniente dal decadimento nucleare del radio all’interno della catena di decadimento dell’uranio, che sono sostanze radioattive naturalmente presenti nel terreno. Il radon, quindi, è presente nel suolo, nelle acque sotterranee e possiamo trovarlo anche nei materiali da costruzione (es. tufo, alcuni tipi di granito…).
All’aperto il gas si disperde nell’ambiente ma in ambienti chiusi può raggiungere concentrazioni elevate, soprattutto quando è presente uno scarso ricambio d’aria.

COME ENTRA NEI LOCALI

Il Radon proviene dal suolo e penetra negli edifici attraverso le porosità del suolo, dei materiali del pavimento, le microfratture delle fondamenta, le giunzioni tra pareti e pavimento e attraverso i fori delle tubazioni. Per questo motivo è possibile trovarne alte concentrazioni in ambienti a contatto diretto con il suolo come interrati, seminterrati o piani terra privi di vespaio, soprattutto se posti su terreni molto
permeabili o fratturati; è possibile trovarne alte quantità anche su terreni meno permeabili, in quanto si vengono a creare delle vie preferenziali di risalita, che ne fanno aumentare di molto le concentrazioni.

PERICOLI E LIMITI LEGISLATIVI

Il Radon, soprattutto ad alte concentrazioni, risulta dannoso per l’organismo. Infatti, questo gas è la seconda causa di decessi per cancro ai polmoni in Italia.
La concentrazione di Radon nell’aria si misura in Bq/m3 (= Becquerel per metro cubo). All’aria aperta questa concentrazione si aggira intorno ai 10 Bq/m3 , ma negli ambienti chiusi, dove il gas può accumularsi, può arrivare fino a centinaia o migliaia di Bq/m3. Lo Stato Italiano, attraverso il Decreto Legislativo 101/2020 ha fissato il limite di concentrazione media annua negli ambienti interrati e seminterrati a 300 Bq/m3 sia nelle abitazioni che negli ambienti di lavoro.
La legge della Regione Lombardia, LR 3 Marzo 2022 n.3 punti 1.1 e 1.2, obbliga a compiere una misurazione, della durata di 1 anno, nei casi di recupero o di mutamento d’uso senza opere dei locali seminterrati da destinare ad uso abitativo.

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CAMPIONAMENTI

I campionamenti del gas Radon possono essere fatti con due metodi diversi: troviamo campionatori attivi e campionatori passivi.
– Campionatori Attivi: sono tutti quelli che utilizzano l’elettricità per funzionare e danno il valore di concentrazione istantaneamente.
– Campionatori Passivi: sono piccoli dosimetri costituiti da membrane passive che “catturano” le particelle di gas; questi campioni vengono poi analizzati in laboratorio per conoscere la concentrazione.
I primi risultano molto utili per misurare, in breve tempo, la concentrazione di gas nell’ambiente. Avendo un riscontro in tempo quasi reale, si possono utilizzare per sperimentare diverse condizioni di misura (sistema di riscaldamento spento ed acceso, ventilazione accesa o spenta, etc.). Offrono però dei risultati  approssimativi che sono di tipo puntuale, validi per le condizioni di quell’ora e quel giorno. Per tale ragione
sono consigliabili solo per ottenere un’indicazione di massima sulle concertazioni.
I campionatori passivi, invece, vengono utilizzati per determinare la concentrazione media nell’arco di un anno; vengono posizionati in punti strategici dell’edificio per alcuni mesi (circa 6), per poi essere sostituiti da nuovi dosimetri (per altri 6 mesi). Una volta terminato il ciclo annuale vengono analizzati da laboratori specializzati che certificano la concentrazione del gas. Hanno il vantaggio di una elevatissima precisione della misura.

DECRETO LEGISLATIVO 101/2020

Attraverso questo decreto lo Stato ha modificato le precedenti linee guida sul gas Radon; non solo ha abbassato il limite della concentrazione come esplicitato prima ma, nei luoghi di lavoro, ha introdotto un campionamento obbligatorio in tutti i locali interrati e semi-interrati della durata complessiva di 1 anno, indipendentemente dalla loro frequenza di utilizzo.
Nell’arco dell’intero anno le concentrazioni di Radon negli ambienti possono variare in base alla temperatura, all’umidità e alla pressione presenti; per questo motivo il decreto indica che le misurazioni degli ambienti di lavoro devono essere fatte esclusivamente “utilizzando metodiche di misura riferibili a norme tecniche nazionali o internazionali”, quindi attraverso i dosimetri passivi descritti in precedenza.
Questi hanno un’autonomia di campionamento massima di 6 mesi, alla fine dei quali vengono sostituiti con nuovi campionatori, che rimangono posizionati per i 6 mesi successivi.
Alla fine dei 12 mesi i campioni vengono analizzati da un laboratorio qualificato per la definizione della concentrazione media annua, che dev’essere allegata ad una relazione stilata da un tecnico qualificato.
Nel caso le concentrazioni di Radon negli ambienti risultassero maggiori del limite di legge (300bq/m3), il nostro studio rimane a vostra disposizione per la ricerca delle modalità di intervento e di bonifica più adatte, secondo le vostre esigenze.

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